La vicenda giudiziaria decisa dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 8630/2024 affronta il tema della violazione della prescrizioni degli ππ«π«ππ¬ππ’ ππ¨π¦π’ππ’π₯π’ππ«π’ concernenti il divieto di allontanamento dalla propria abitazione o da un luogo di privata dimora.
L’imputato, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, veniva colto, a seguito di un controllo, fuori dalla propria abitazione in compagnia di un soggetto detentore di sostanza stupefacente.
La Corte di Appello di Milano disponeva la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere ex art. 276 co. 1 ter c.p.p., sottolineando che π₯’ππ©π’π¬π¨ππ’π¨ π’π§ ππ¨π§πππ¬πππ³π’π¨π§π ππ«π π π«ππ―π in quanto l’imputato non soltanto aveva trasgredito le prescrizioni imposte, ma era stato colto insieme ad uno spacciatore.
Le circostanze emerse escludevano che l’episodio potesse essere considerato di “lieve entitΓ ”, unica ipotesi che avrebbe potuto impedire la revoca della misura cautelare in corso e la sostituzione con quella piΓΉ afflittiva.
Occorre rilevare, infine, che la disposizione ex art. 276 co. 1 ter c.p.p. attua una deroga al principio codificato dall’art. 275 bis c.p.p., che impone sempre la valutazione di adeguatezza della misura rispetto alle esigenze cautelari.
Nel caso di violazione della misura degli arresti domiciliari Γ¨ necessario contattare immediatamente un avvocato penalista.