Il differente onere probatorio del reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti rispetto al reato di guida in stato di ebbrezza

Oggi voglio soffermarmi su due reati molto diffusi tra i giovani secondo quanto riportato da recenti statistiche nazionali.

Il primo disciplinato dall’art. 186 del CDS sotto la rubrica “Guida in stato di ebbrezza” sanziona la condotta del conducente che si pone alla guida in stato di alterazione discendente dall’uso di bevande alcoliche.

Il legislatore ha previsto pene di gravità crescente in considerazione del tasso alcolemico rilevato; tale principio è stato seguito anche per l’applicazione delle sanzioni amministrative accessorie conseguenti all’accertamento della guida in stato di ebbrezza.

La giurisprudenza, in modo uniforme, ha rilevato che la prova che la Pubblica Accusa dovrà fornire per ottenere una pronuncia di condanna non deve consistere necessariamente in un accertamento mediante alcool test o prelievo ematico da eseguirsi presso una struttura sanitaria, essendo sufficiente anche la descrizione di meri elementi sintomatici dell’ebbrezza come l’alterazione della deambulazione, l’eloquio sconnesso e, infine, l’alito vinoso.

Il secondo reato è, invece, disciplinato dall’art. 187 del CDS sotto la rubrica “Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti” e sanziona la guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope.

All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni.

Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente è raddoppiata.

Con riferimento al reato in esame ai fini di un verdetto di condanna sarà necessaria la prova dello stato di alterazione al momento in cui il conducente si è posto alla guida.

Lo stato di alterazione non può essere desunto da elementi sintomatici, essendo richiesto ex art. 187 co. 2 del CDS l’espletamento di un esame tecnico su campioni di liquidi biologici.

Emerge, pertanto, un diverso onere probatorio in capo alla Pubblica Accusa al fine di poter richiedere una pronuncia di condanna.

Principio di recente ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione con la pronuncia n. 22682/2023.

Pubblicato da Fabio Torluccio

Mi chiamo Fabio Torluccio e sono un avvocato penalista Salerno. Iscritto all'albo degli avvocati dal 2014 e mi occupo di difesa penale e consulenza no profit.

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