La sottrazione di dati informatici aziendali da parte del lavoratore integra un reato?

Il protagonista del nuovo caso è un lavoratore che, prima di presentare le dimissioni, si è impossessato di dati informatici presenti nel notebook aziendale, estraendo una copia dei file e trasferendoli su un dispositivo personale.

Infine, ha restituito al datore il notebook con l’hard disk formattato.

Il comportamento descritto potrebbe integrare il reato di appropriazione indebita disciplinato dall’art. 646 c.p.

La disposizione punisce la condotta di colui che per conseguire un ingiusto profitto si appropria del denaro o della cosa mobile altrui di cui ha il possesso.

I dati informatici possono essere considerati una cosa mobile?

Se la risposta dovesse essere positiva, al lavoratore potrà essere contestato il reato di appropriazione indebita. Diversamente, la condotta in esame non avrà alcuna rilevanza penale.

La giurisprudenza con una recente sentenza (Cass. Penale n. 11959/2019) ha dissipato ogni dubbio circa la possibilità di ricondurre alla nozione di cosa mobile anche i dati informatici, sebbene inizialmente i predetti siano stati considerati meri beni immateriali.

La pronuncia richiamata ha evidenziato che i dati informatici occupano uno spazio di memoria misurabile in bit e possono essere traslocati da un dispositivo all’altro, anche utilizzando internet.

La possibilità che i dati “viaggino” attraverso la rete e che siano custoditi in ambienti virtuali non esclude che gli stessi possano essere sottratti o comunque formare oggetto di appropriazione.

Analoga considerazione può essere svolta con riferimento al denaro quando vengono operati dei trasferimenti bancari. Basti pensare all’amministratore del condominio che trasferisce le somme versate dai condomini dal conto comune a quello personale.

In tale ipotesi sebbene manchi un contatto fisico con il bene, viene pacificamente ammessa la possibilità di un’appropriazione penalmente rilevante.

Pubblicato da Fabio Torluccio

Mi chiamo Fabio Torluccio e sono un avvocato penalista Salerno. Iscritto all'albo degli avvocati dal 2014 e mi occupo di difesa penale e consulenza no profit.

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