Cesto natalizio al pubblico ufficiale, è corruzione?

Oggi vi racconto una storia di umanità, vi racconto il travisamento di un comportamento di riconoscenza rivolto da un imprenditore ad alcuni appartenenti della polizia giudiziaria che, tuttavia, ha portato alla contestazione a carico del primo del reato di istigazione alla corruzione ex art. 322 c.p.

La disposizione in esame punisce, al primo comma, la condotta di colui che offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o a un incaricato di un pubblico servizio per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, qualora l’offerta o la promessa non sia accettata. Il secondo comma sanziona l’offerta o la promessa fatta per indurre il p.u. o l’incaricato di un pubblico servizio a omettere o ritarda un atto del suo ufficio. Il terzo comma, invece, sanzione la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro o altra utilità per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri.

 

Il protagonista, come detto, è un imprenditore che, all’improvviso, durante una giornata di apparente calma, si è trovato davanti, presso la sede della propria azienda, alcuni ufficiali di polizia giudiziaria, che procedevano a notificargli un verbale di sequestro di alcune vasche dell’impianto di smaltimento. Nella circostanza erano presenti, tra gli altri, alcuni pubblici ufficiali che vedendo l’uomo affranto hanno cercato di rincuorarlo.

Poco tempo dopo i predetti p.u. si vedevano recapitare, da parte dell’imprenditore, una lettera di ringraziamento e alcuni cesti natalizi per il supporto morale fornito in una situazione molto difficile.

La vicenda sembra descrivere una mera relazione umana connotata da spontanea riconoscenza da parte di un uomo che, colpito da un procedimento penale, ha trovato aiuto in coloro che gli hanno comunicato la cattiva notizia.

Eppure quell’uomo, un imprenditore, operante in un settore particolarmente sensibile, viene tratto a giudizio, per un comportamento considerato dal P.M. idoneo ad integrare gli estremi del reato di istigazione alla corruzione ex art. 322 c.p. In primo e secondo grado i giudici pronunciano una sentenza di assoluzione per tenuità del fatto ritenendo, nella sostanza, la condotta penalmente rilevante, ma di esigua gravità. Purtroppo, la consegna dei cesti natalizi era stata considerata un’offerta per corrompere i p.u. delegati all’attività di indagine.

L’imprenditore, scoraggiato ma convinto della liceità del gesto, adiva la Suprema Corte di Cassazione che, accogliendo la tesi difensiva, affermava che alcuna prova era stata fornita a sostegno dell’ intenzione dell’uomo di ingraziarsi i p.u., anche in considerazione del modesto valore dei beni e del rilevante lasso temporale intercorso dalla consegna dei cesti rispetto al momento in cui era stato notificato il decreto di sequestro (Cassazione Penale n. 47216/2021).

Pubblicato da Fabio Torluccio

Mi chiamo Fabio Torluccio e sono un avvocato penalista Salerno. Iscritto all'albo degli avvocati dal 2014 e mi occupo di difesa penale e consulenza no profit.

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