Cultura rom e impiego di minori nell’​accattonaggio

La Suprema Corte di Cassazione con la pronuncia n. 7140 del 1 Marzo 2022 si è trovata a vagliare la responsabilità penale di un uomo accusato di aver impiegato una minore rom nella pratica dell’accattonaggio.

L’appellante a cui era contestato il reato ex art. 600 octies c.p. si era difeso, sostenendo che nella cultura rom l’accattonaggio è una pratica particolarmente diffusa, anzi è una condizione di vita tradizionale. Perciò secondo la difesa la consegna da parte della minore all’uomo della somma ottenuta mediante l’elemosina non poteva legittimare la statuizione di condanna pronunciata nel giudizio di appello.

La Suprema Corte di Cassazione non ha ritenuto meritevoli di accoglimento le difese articolate dal ricorrente, osservando che un comportamento radicato in una determinata cultura allorquando sia lesivo dei valori fondamentali della persona non può elidere l’antigiuridicità di un fatto illecito.

Parte della dottrina sostiene che la presenza di una prassi diffusa nella cultura rom potrebbe spingere al riconoscimento di una scriminante culturale.

Tuttavia, poiché si tratta di una mera consuetudine che si pone in aperto contrasto con il principio di legalità, in forza del quale soltanto al legislatore mediante una legge o un atto ad essa equiparato è demandato il potere di riconoscere a quel comportamento un’efficacia scriminante.

Pubblicato da Fabio Torluccio

Mi chiamo Fabio Torluccio e sono un avvocato penalista Salerno. Iscritto all'albo degli avvocati dal 2014 e mi occupo di difesa penale e consulenza no profit.

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